lunedì 21 settembre 2009

LA POESIA DEL GIORNO 7


GIUSEPPE PICCOLI (1949-1987)



Baci. Ma nell'aria c'è una

malattia dell'Essere: la chiami

noia per ripetermi e quindi

evadere ogni possibilità di offesa.

La chiamo "mondo" e, rinnovandomi,

c'è questa splendida facoltà di intesa.


*


Il figlio e il dio sono sospetti:

l'ateo del sentmento naturale

scopre errori di cifra: si confida

l'amico penitente, chiede un aureo consiglio.

Ma il viaggiatore conclusivo che l'asolta,

non l'attende, e si muta nell'anonima gente.


*


Separàti da un muro, l'idiota

e l'angelo scrivono lo stesso poema,

per venticinque anni, con grazia

di arguzie e senno squisitamente

demoniaco. E la stessa farfalla

entra ed esce, per ricapitolare

la storia dei suoi voli: ma quelle

folte rase sopracciglia dell'idiota...

e quel verso di gufo

che gli angeli atterrisce...


*


Perché la grazia sia verde,

e sia verde il contagio, avvicìnati:

io splamo di olio le tue mani.

E per andare lontano, più lungi,

sarò amante del dolore cristiano.



Da "Fratello poeta", edizione Mondadori dell'antologia Cucchi-Giovanardi, "Poeti italiani el Secondo Novecento", vol.II.

Nessun commento:

Posta un commento