venerdì 16 marzo 2012

UN NUOVO AUTORE ENTRA A FAR PARTE DEL CATALOGO ARCOLAIO. E' CRISTIANO POLETTI CON IL SUO "PORTA A OGNUNO"

















Un nuovo autore è approdato in Casa Arcolaio. Si tratta di Cristiano Poletti, poeta già affermato nell’ambiente letterario. Nativo di Treviglio, classe 1976, ha alle sue spalle due pubblicazioni di rilievo: “Mari diversi”, Book editore, 2004, e “Non Nome”, Piero Manni, San Cesario di Lecce, 2007. Cristiano, che esordisce da noi con l'ottimo "Porta a ognuno" presentato da Sebastiano Aglieco, applica alla sua poetica un dettato rigoroso, entro il quale tende a sottrarre il superfluo. Da buon lombardo, non disdegna l’uso di termini asciutti, densi di una morfologia non ruffiana. Non ama zuccherare la sua poetica e rende icastiche le cifre esistenziali dell’avventura umana. Le sue dinamiche vanno dall’auscultazione endogena alla curiosità centrifuga sui luoghi, sul tempo e sulle metamorfosi dell'individuo visto nella sua storia. Velata è la malinconia dei fatti; i quadri relativi alla formazione impreziosiscono questa raccolta generosa e timida di sé (riservata).


Il nostro nuovo poeta trova con questa sua ultima fatica l'esito maturo e consapevole di una ricerca fruttuosa e felice.



(Gianfranco).





Alcune poesie tratte da “Porta a ognuno”



(Finita l’aria estiva) (dalla sezione: I posti al riparo)




Fotografia: un uomo solo,
sulla mano l’attimo di un saluto -
il gesto semplice che tace
la corsa al limite del grido -.
Dire di quel suo
fiato perduto nel vento del giorno
non è possibile. Soltanto,
nella notte dietro di lui
l’istinto del coro
si riconosce, la bandiera
al bordo del cielo comune,
spalancata come una bocca,
grida: vittoria!



**

(Al parcheggio del Castorama)



Presto diventerà il Self, mi dicono.
Io non lo trovo il posto, al buio.
Dell’insegna sotto cellofan non sapevo.

Avanti e indietro, niente.
Poi, l’abito della sua voce,
l’annuncio
fino alla febbre e trovarlo
in torace e mani.

Quando finalmente nel parcheggio
per decollare prendiamo fiato
e toccandoci le ali ci diciamo
andremo lontano
mi fa capire
che si respira male. Sì
e oltre l’affanno di due respiri
nessuna intenzione di riprovare
il volo. Così due colombe vanno via
in finta pace con la parola del Signore.



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(Dalla sezione “II Giudicati, lo siamo già stati“)


(Le frasi dell’inverno)



Non rivolte al pianto le frasi
venute con l’inverno.
Non la rugiada col verde
in una primavera battuta
dal vento.
Le frasi con l’inverno
non vengono a fior di pelle
ma chiuse intorno a un nome
si fermano alla lettera iniziale
senza aria di distrazione. L’inizio
che torna e ritorna e l’inizio
è un sorriso, sempre.
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Dalla sezione “III A memoria



A.F.




Non trovo differenza::
la chitarra bianca, le braccia
aperte. Gli angeli hanno solo ali buone.
sanno volare dritto
al cuore del problema.
Ti chiedo soltanto le parole
davanti agli ultimi passi in giardino
per darmi il corpo interrotto
della poesia che sei stato.
Suona l’accordo giusto, ti prego,
quello che sapevi e saprai
fare nella stanza tutta gentile
dove tu gentile, ne sono certo,
sorriderai.

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